Lasciate le auto al parcheggio del Rifugio Lagdei, si torna indietro per qualche metro lungo la strada d’accesso fino alla costruzione del vecchio rifugio per svoltare, a destra, su una strada sterrata e subito dopo imboccare a sinistra una mulattiera che sale nel bosco (sentiero panoramico – segnavia 723A). Dopo una cinquantina di metri di dislivello, si trascura una deviazione a sinistra per la località “Cancelli” e si prosegue diritto. Il sentiero, ottimamente lastricato, dopo la deviazione diventa via via più rovinato lasciando spazio anche ad alcuni tratti invasi da grossi massi in corrispondenza di antiche frane. La pendenza, mai eccessiva, è costante.
Trascurato un secondo bivio a sinistra, il sentiero scende brevemente per poi proseguire in piano fino a raggiungere, in pochi minuti, l’emissario del Lago Santo dove si svolta a destra per contornare lo specchio d’acqua in senso antiorario.
Sorpassato il Rifugio Mariotti, si continua a contornare il lago fino a scavalcare un torrentello grazie ad un ponticello in legno e, subito dopo, imboccare la diramazione che sale a destra (indicazioni per la Sella del Marmagna – segnavia 723). Dopo qualche tornante (occhio a seguire bene i bolli e le segnalazioni), si trascura la deviazione a destra per il sentiero 729 e, pochi metri più avanti, anche quella a sinistra per il sentiero 719. Superato quest’ultimo bivio, non si può più sbagliare; basta seguire l’evidente traccia che, con pendenza mai esagerata, anzi sempre modesta, porta dapprima fuori dal bosco, quindi ad attraversare una piccolissima conca ed infine a tagliare, verso sinistra e a mezzacosta, i prati per raggiungere la Sella del Marmagna.
Dalla sella, due le possibilità per raggiungere la vetta del Monte Marmagna: seguire l’evidente percorso di crinale o, consigliato, stare sulla destra imboccando l’agevole sentiero che corre a mezzacosta poco sotto il filo di cresta. Sentiero agevole, quasi pianeggiante, che alla fine piega a sinistra per raggiungere la vetta solo con l’ultimo tratto un po’ ripido e su terreno un po’ sfasciumato.
Dopo la doverosa sosta in vetta (nelle belle giornate la vista arriva fino al promontorio di Portovenere e alle Isole Palmaria e Tino), si scende dal versante opposto rispetto quello di salita lungo il sentiero di crinale che porta alla vicina Sella del Braiola. Sentiero tutto sommato agevole, ma nel primo breve tratto un po’ esposto: non c’è proprio il vuoto, ma il fianco della montagna è molto scosceso (se qualcuno soffre di vertigini ne tenga conto).
Dalla sella si piega quindi a destra sul sentiero 727 per iniziare un tratto di discesa un po’ ripido e poco agevole a causa del fondo sassoso. Trascurate le due deviazioni per il sentiero 729 (la prima a sinistra e la seconda a destra), si sfiora la Capanna Schiaffino (senza necessità di raggiungerla), si attraversa un guado e si rientra nel bosco dove, a terra, la traccia non è sempre ben visibile (ma numerosi sono i bolli in vernice sulle piante).
Trascurata anche la deviazione per il sentiero 727A, si raggiunge il greto di un torrente che va seguito per un breve tratto e quindi guadato in località Ponte Rotto; segue una brevissima salita che porta ad un bivio dove, seguendo le indicazioni per il Rifugio Lagdei, si svolta a sinistra. Ancora qualche tornantino e finalmente si raggiunge la piana del rifugio che viene raggiunto dopo aver attraversato un ultimo ponticello.