Elemento principe dell’equipaggiamento dell’escursionista sono le calzature, che devono consentire passo fermo, proteggere le articolazioni ed essere adeguate al tipo di escursione: dalle semplici pedule per i tranquilli sentieri segnati (evitare comunque le scarpette da ginnastica leggere) agli scarponi più rigidi e pesanti per i percorsi più estremi (pietraie e ghiacciai). Adeguato alla gita deve essere anche il vestiario, meglio se organizzato a “cipolla” (più strati leggeri anziché pochi pesanti) per adattarsi meglio al mutare delle condizioni della montagna e nel quale non deve mancare uno strato impermeabile in caso di pioggia (giacca in goretex, più comoda ma anche più costosa, o semplice mantella che, limitando un po’ i movimenti, non è indicata per i terreni molto sconnessi o esposti). Inoltre è sempre bene portare oggetti personali quali occhiali da sole e creme solari, la cartografia della zona, un piccolo kit di pronto soccorso e una lampada frontale (come detto sopra è meglio pianificare il rientro con la luce, ma nel caso …), mentre altre attrezzature dipendono dal tipo di uscita (casco e imbrago per le ferrate o ramponi e picozza per i ghiacciai), o dalla stagione (ad esempio un paio di ramponcini in tardo autunno o primavera – molti i casi di persone cadute, anche con conseguenze gravi, sul facile sentiero per il Resegone perché, partite in maglietta in una calda giornata primaverile, hanno trovato neve dura o ghiaccio poco sotto la vetta). Il tutto deve essere portato nello zaino, che deve essere comodo sulla schiena, abbastanza robusto ed impermeabile (o dotato di coprizaino) e … non troppo pesante! L’elenco delle cose da portare potrebbe allungarsi all’infinito, ma si tenga presente che pochi etti in più all’inizio dell’escursione sembrano chili al suo termine!