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Storia del C.A.I. San Fruttuoso

            

Storia del C.A.I. San Fruttuoso

Era appena finita la guerra quando un gruppo di giovanotti di allora decise di fondare a San Fruttuoso una sottosezione del CAI con l’intento di costituire un punto di ritrovo per gli abitanti della zona nonché trovare il modo di “poter evadere un po’” in un periodo di grandi ristrettezze.



Nonostante le difficoltà economiche (si racconta di una colletta tra i soci per comprare i chiodi: raccolte 858 lire!) e quelle logistiche (gli autobus e le strade non erano certo confortevoli e scorrevoli come quelle di oggi), si cominciò a svolgere un buon numero di attività. Con levataccie oggi impensabili, si partiva per andare a sciare al Sestriere, col rischio magari di spingere il torpedone in salita, o si organizzavano campeggi estivi, montando, in mezzo a qualche prato, le tende canadesi per dormire e un tendone da utilizzare come cucina e “sala pranzo”. In quegli anni inoltre, al di fuori delle attività organizzate, alcuni soci eseguivano anche imprese di un certo impegno alpinistico, come le salite del Badile o del Cervino.

Dopo questo periodo di grosso fervore seguì una fase di stanca, con una riduzione graduale delle attività. Problemi di ricambio: qualcuno dei giovanotti cominciava ad invecchiare, qualcun altro si era sposato, e forze nuove non se ne vedevano. Anche un paio di incidenti mortali in montagna avevano contribuito a raffreddare gli entusiasmi.



Così fino agli inizi degli anni novanta, quando con i primi corsi sci aperti a tutti è iniziata la ripresa. Partendo con lo sci, poi con le “attività collegate” come la presciistica e infine aggiungendo qualche escursione estiva, siamo arrivati ai giorni nostri in cui il CAI San Fruttuoso è in grado di proporre un calendario abbastanza nutrito di attività, estive ed invernali, adatte un po’ a tutti. I corsi sci, appunto, uno per tutti, grandi e piccini, ma anche uno dedicato espressamente ai bambini, gite sciistiche generalmente non impegnative ed escursioni estive altrettanto agevoli. Il fine infatti di tutte queste attività non è quello puramente agonistico o del gesto tecnico di salire una cima difficile, ma quello di far conoscere la montagna, nei suoi molteplici aspetti, e dare l’opportunità a molti di passare giornate all’aria aperta divertendosi e in compagnia.

Anche ai giorni nostri, non è escluso che al di fuori delle attività ufficiali in calendario un gruppetto di soci possa anche organizzarsi per qualche uscita più impegnativa: scopo è sempre quello di godere la montagna, senza l’obbligo di dover arrivare ad ogni costo.